Do You Know How to do Ads?

Data: domenica, 20 Ott 2019
Ora: 1 ora (16:00-17:00)
Sala: MEZZANINO (OGR)
Costo: € 7.65 = € 5 + € 2.65 (22% IVA + costi Eventbrite)

Sai fare la reclamè?

Ciao a tutti, mi presento, sono William e faccio il regista pubblicitario. Quanti di voi sanno cosa vuol dire fare il regista? Quanti di voi invece si stanno chiedendo cosa faccia io qui? Ecco io pure. Erano indecisi se poter permettersi James Cameron o me e purtroppo per voi hanno scelto me. Il mio è un lavoro molto strano tanto che quando incontro persone nuove, parlando si finisce sempre nel chiedere al tuo interlocutore “tu cosa fai nella vita?” Incontro banchieri, avvocati, impiegati, medici. Io rispondo sempre con il sorriso “il regista” e dopo questa pausa di 15 secondi la risposta che mi arriva sempre è…”ah, e di lavoro?” Perché c’è questa cultura abbastanza complessa per cui fare l’artista in Italia non è mai un lavoro. Il musicista, il pittore, il designer, lo scenografo, il regista sono figure enigmatiche, misteriose. Sono ruoli secondari, sono lavori non pratici e purtroppo vengono etichettati come tali. Eppure quando poi spieghi il tuo lavoro, la gente ti ascolta, si perde, ti invidia, sogna. Si perché per me è il lavoro più bello del mondo. Nelle altre sale stanno parlando registi con la R maiuscola, persone che sanno fare cinema, che partoriscono figli da grande schermo ogni anno e vi racconteranno cosa vuol dire davvero fare un film, ma nel mio piccolo fare uno spot, fare una pubblicità è comunque costruire qualcosa. Il processo è esattamente lo stesso, si scrive l’idea, si viaggia per cercare la location adatta, si costruiscono le scenografie, si fa un lavoro cromatico, si cercano gli attori e gli si spiega loro che personaggio interpretare, solo che tutto ciò avviene in maniera ridotta. Fare il regista anche per la TV commerciale è comunque creare. E’ assemblare una macchina che si porta dietro tante figure e tu in quanto supervisore devi farle funzionare tutte correttamente. Non devi mai farle inceppare e devi essere sempre pronto ad intervenire quando il meccanismo si blocca.

Ma perché allora è così complesso in Italia?

Per alcuni motivi sicuramente culturali in primis.

Ma perché allora lo fai?

Mi piace tantissimo la pubblicità. Alla fine credo che gli spot siano dei piccoli film. A volte sono molto complessi. E’ un continuo esercizio di sintesi. Devi riuscire a semplificare la storia in quei 15 o 30 secondi che hai a disposizione. Provate a scrivere una storia che sia chiara in 30 secondi e vi accorgerete che non è così semplice. Io ho uno stile mio, amo ridere e amo far ridere. Non accetto quasi mai progetti non interessanti. Non mi considero un esecutore. Non realizzo spot in cui una vecchietta se ne sta con il flacone della candeggina in mano e guardando in camera parla di come le sue camicie siano diventate bianche, ma spingo il piede sull’acceleratore, sono elegantemente cinico, controverso e mai offensivo. E forse il motivo per cui funziona è proprio questo. La ricerca di qualcosa di nuovo. Di non scontato.

Basta guardarsi intorno, essere cinici, vivere in prima persona l’esigenza del cliente. Devi vendere una macchina? Devi capire davvero quale è il target, che cosa piace a quel tipo di consumatore, e devi essere unico. Ho vinto un paio di premi con una campagna per questo cliente spagnolo che è un portale immobiliare. Collaboro per questo cliente da parecchi anni e insieme a questa agenzia abbiamo scritto questo. Ci siamo interrogati su chi davvero cerca casa. Credo tutti almeno una volta nella vita hanno avuto lo stress della ricerca perfetta. Quando cerchi casa c’è sempre qualcosa che non va. E allora ci siamo chiesti. Sarà davvero successo a tutti?

IDEALISTA - OH MY GOD.

IDEALISTA - FESTA DELLA MAMMA

Ovvio che devi provarci, devo trovare il cliente che ti permette di farlo. Ma se riesci a convincerlo ne guadagnano un po’ tutti.

COOP

Ma alla fine cosa mi appaga di tutto questo e perché lo faccio?

Forse perché abbiamo troppe regole, forse perché abbiamo troppi ostacoli, forse perché è l’unico modo che ho per continuare a sognare, forse perché scrivere una storia è l’unica cosa che so fare o forse semplicemente perché voglio rimanere un bambino o perché sento l’esigenza di comunicare qualcosa. Non lo so, non so davvero rispondere a questa domanda ma so che quando torno a casa mi sento bene. Quando ho diretto un attore nel modo giusto, quando ho scelto la location corretta. Spero che questa piccola chiacchiera vi possa invogliare a esplorare maggiormente il mondo della pubblicità e del filmmaking, forse se questa arte diventasse nuovamente fiorente, tutti noi avremmo la possibilità di raccontare storie più belle.